Donne ancora penalizzate, ma c’è chi si reinventa tra artigianato e innovazione

Nonostante sia aumentato il numero di donne lavoratrici, la disparità di genere nel mercato del lavoro è ancora molto elevata. L’Italia è tra i Paesi in una situazione critica, con 8 punti percentuali di divario rispetto alla media Ue, attestata all’11,5% (2017). Una disparità che dipende soprattutto dalle responsabilità di assistenza, in particolare la genitorialità, che spesso ricadono unicamente sulle donne. A confermare la situazione anche quanto si è verificato nell’ultimo anno: il 55,9% dei posti di lavoro persi per gli effetti della crisi sanitaria ha coinvolto l’occupazione femminile. In particolare, tra il secondo semestre del 2019 e lo stesso periodo del 2020 sono stati persi 470 mila posti di lavoro al femminile, a fronte del totale di 841mila, con un incremento di 707mila donne inattive (+8,5%).

Gli effetti della pandemia sull’occupazione femminile

È quanto sottolinea un’elaborazione dati realizzata da Inrete per SumUp, fintech nel settore dei pagamenti digitali con mobile Pos. Secondo la ricerca rilevante è anche l’impatto che ha avuto l’avvio della didattica a distanza sulle professioni. Per assistere i figli molte donne si sono trovate costrette a ridurre l’investimento sul lavoro, a usufruire di permessi e aspettative, e in alcuni casi anche ad abbandonare definitivamente l’occupazione. La riduzione maggiore dei livelli occupazionali durante la pandemia ha colpito la fascia giovanile di età compresa tra i 25 e i 39 anni, fra cui la quota di donne con figli a carico è significativamente elevata. La pandemia ha rievocato quindi messaggi e stereotipi che, con molta fatica, erano in via di derubricazione. Su tutti quello che pone la figura femminile ambientata nello scenario domestico.

Storie di piccole imprenditrici che hanno saputo reinventarsi

Per bilanciare dati statistici non rassicuranti SumUp ha raccolto storie di artigiane e piccole imprenditrici che hanno saputo reinventarsi, o che hanno individuato in un periodo di incertezza uno stimolo per fare della propria passione una vera e propria professione o forma di business. C’è la laureata in storia dell’arte che si è dedicata alla propria passione, la cucina, diventando chef per offrire servizi di catering, event planning, private chef, lezioni di cucina e food experience a privati e aziende. Ma c’è anche chi ha rivoluzionato la propria vita e si è reinventata un lavoro, proponendosi come fiorista e flower stylist, o ancora chi si è data all’artigianalità, sempre seguendo le proprie passioni, creando una linea di t-shirt dipinte a mano e stampate in cotone organico o pezzi unici di arredamento. Rigorosamente fatti a mano.